Ho passato metà della mia vita qui a Milano. La considero casa, quasi più di casa.
Momondo mi ha chiesto di fare da guida, svelando i luoghi migliori da vedere, le cose da fare assolutamente e i ristoranti da non perdere nella mia città.
MILAN L’È UN GRAN MILAN!
Dal Bosco Verticale ai grattacieli delle archistar come Zaha Hadid, Milano sta cambiando faccia, diventando una città ancora più metropolitana e internazionale. Con uno skyline sempre più affascinante che non ha (quasi) niente da invidiare a quelli più famosi oltre oceano.
Ma Milano è anche piena di luoghi storici, insoliti e poco conosciuti, che vale la pena scoprire: soprattutto se avete già portato i vostri omaggi alla Madunina almeno una volta.
Dal Rinascimento al Razionalismo passando per l’Art Decò, Milano metterà tutti d’accordo.
Albergo Diurno Metropolitano
A 90 anni dalla sua inaugurazione, l’Albergo Diurno Venezia ( piazza Oberdan) è stato reso di nuovo accessibile e visitabile grazie al FAI. Questa struttura sotterranea non era solamente un bagno pubblico, ma un vero e proprio centro servizi per i viaggiatori che, arrivati a Milano necessitavano di rinfrescarsi o rimettersi in ordine ( i treni andavano a carbone: immaginate la fuliggine con i finestrini aperti d’estate!) o dei cittadini che non possedevano un bagno privato.
Lo stile Art Decò risplende nelle statue e nelle fontane, negli eleganti mosaici che decorano i pavimenti, negli arredi quasi intatti e nei rivestimenti ricercati. Terme, barbiere, manicure e pedicure, uno studio di fotografia, un’agenzia di viaggi e una lavanderia: scendete le scale e questo luogo sotterraneo vi riporterà agli inizi del Novecento.
In attesa delle visite guidate del FAI potrete visitare il suo gemello: il Diurno Cobianchi proprio in piazza Duomo, che oggi ospita anche mostre temporanee ed eventi.
Santa Maria presso San Satiro
Farete fatica a scovarla, incastrata com’è tra le piccole viuzze che si dipanano dalla più grossa via Torino, a pochi passi dal Duomo. Ma la ricerca ripagherà i vostri sforzi: la chiesa di Santa Maria presso San Satiro è un gioiello rinascimentale che nasconde una sorpresa. Qui il Bramante creò un’illusione prospettica che, anche se siamo ormai abituati alla realtà virtuale e aumentata, ancora stupisce ed emoziona. Il finto coro dietro l’altare è, infatti, un gigantesco tromp l’oeil che ovvia alla mancanza di spazio per la realizzazione del braccio superiore della pianta a croce della chiesa. Entrate per credere! (via Torino, 19)
Villa Necchi Campiglio
Immergetevi nel “Quadrilatero del Silenzio” a pochi passi da Porta Venezia: troverete la magnifica Villa Necchi Campiglio, rinomata residenza unifamiliare appartenuta alla ricca imprenditoria lombarda (le famose macchine da cucire Necchi vi dicono qualcosa?) Passeggiate nell’ampio giardino con campo da tennis e piscina, respirate l’eleganza di questa dimora degli anni ‘30, icona dello stile razionalista dell’architetto Portaluppi. (via Mozart, 14)
LA MILANO DA BERE (E DA MANGIARE)
Se tutte queste novità vi hanno destabilizzato, recuperate con un po’ di tradizione a tavola.
Al’Less – Bolliti dal Mondo è un originale mix tra un ristorante, un’antica osteria e una enoteca. Questo insolito locale, realizzato all’interno di una vecchia serra (ancora in funzione!) e arredato con eccentrici oggetti vintage, è anche un’agenzia di viaggi specializzata in itinerari enogastronomici, la Trippa&Trip. Trippa, casoeula e bollito misto vi stupiranno. (viale Lombardia, 28)
Se volete anche imparare un po’ di milanese, scegliete Al Garghet: il menù è rigorosamente in dialetto, scritto a mano in quaderni di scuola. L’imbarazzo della scelta non sarà solo “alla carta”, ma anche nella location: tante sale tutte a tema differente, da quella più romantica e sofisticata a quella più calda e accogliente. Ma anche un giardino botanico e una terrazza, dalla quale ammirare, immersi nella periferia milanese, i grattacieli della città. (Via Selvanesco, 36)
E per finire passate a provare il vero Negroni Sbagliato al Bar Basso.
Questo cocktail è nato proprio a Milano sul finire degli 60’ quando il proprietario (così narra la leggenda) mischiò erroneamente le bollicine col Campari bitter e il Vermouth rosso. Vi verrà servito in una coppa di grandi dimensioni: un bicchiere creato appositamente per esaltare questo “errore”, diventato ormai uno dei drink italiani più famosi anche all’estero. (via Plinio, 39)
VI È VENUTA VOGLIA DI VENIRE A MILANO?
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Photocredit: FAI, Al Garghet, Al Less, Bar Basso.
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